"Mara l'acqua" è l'ultimo cd inciso dall'Uccio Aloisi Gruppu, ancora con Uccio alla voce principale.
L'album è una rivisitazione abbastanza fedele di alcuni brani dello storico repertorio del cantore cutrofianese, nato nel 1928 e morto nel 2010, depositario di una grandissima memoria fatta di pizziche, canti di lavoro, tarantelle, stornelli e soprattutto esperienze di vita.
Il disco è aperto da degli stornelli alla salentina, dove la voce di Domenico Riso e il mandolino di Antonio Calzolaro fanno da sostegno melodico alla voce del cutrofianese che con scioltezza canta strofe di tematica varia.
Subito dopo arriva "Mieru", valzer tradizionale che è stato portato a grandissima popolarità nel Salento da Bruno Petrachi, uno dei maggiori esponenti del cosiddetto "folk leccese", quel genere che arrangiava la musica popolare con gli stilemi del liscio romagnolo, che aveva già subito l'invasione della batteria e del basso elettrico. La versione dell'Uccio Aloisi Gruppu è più vicina agli stilemi contadini e a quelli bandistici, grazie alla collaborazione degli Opacupa, gruppo di musica balcanica della scena salentina. Dopo un discorso di Domenico Riso di quelli che si fanno durante i brindisi, è la voce di quest'ultimo a guidare il brano, mentre Aloisi ci dimostra la sua bravura nei controcanti. Le strofe sono di tematica varia, spesso allusive al vino (appunto "Mieru" in salentino).
La terza traccia è un canto pasquale della Grecia salentina, che Aloisi eseguiva già con gli Ucci, storico gruppo di contadini fondamentale per capire il passaggio dall'uso della musica salentina come genere tradizionale all'uso come forma di spettacolo. In "Mara l'acqua" è Aloisi a portare avanti il canto nella parte alta, mentre Riso risponde con le strofe basse. Come è giusto che sia quindi si conserva la caratteristica principale dei canti di questua della Grecia salentina, quella di essere cantati da due voci che, invece di controcantarsi, si rispondono strofa a strofa, qualche volta sulla stessa melodia (come nei "Passiuna tu Cristu") qualche altra su melodie diverse come qui.
Nel cd c'è anche spazio per la ripresa di "Mara l'acqua" (brano che dà il titolo al cd stesso), dove Uccio Aloisi viene accompagnato da una tammorra muta che esegue una terzina di pizzica completa, mentre lui canta completamente libero, innestando controtempi.
La terzu ltima traccia del disco è "Sciusciumaniellu", brano che presenta un ritmo di valzer in minore dove si canta di una donna che propone ad un contadino di farsi vedere svestita (e dice quasi tutti i vestiti), ma fino a quando non propone di mostrarsi nuda non ottiene niente.
La penultima traccia è una canzone salentina, spesso cantata come canto di lavoro, dal titolo "La calandra", nota anche come "Damme na manu" o "Damme nu ricciu". Il canto è portato da Domenico Riso, Aloisi risponde sulle note alte, scoprendo una femminilità particolare nel canto maschile salentino.
L'ultima traccia sono degli stornelli lenti cantati in lingua italiana ed intitolati "Vorrei volare". Il brano era uno dei cavalli di battaglia di Uccio, uno dei più riproposti dopo la sua morte.