"Live 2012" è il titolo del sesto cd degli Alla Bua, uscito nel luglio 2012. Il cd ha la grande curiosità di riprendere molto del vecchio repertorio del gruppo, difatti è fatto per tre quarti di brani già incisi nei cd "Stella lucente" (1999), "Alla Bua" (2002) e "Limamo" (2004).
La formazione che ha inciso il nuovo album è:
Gigi Toma: voce e tamburello; Fiore Maggiulli: voce e tamburello; Irene Toma: voce e danza; Michele Calojuri: violino; Francesco Coluccia: fisarmonica; Dario Marti: chitarra e voce.
Il cd si apre con una "Pizzicarella" spumeggiante, fa solo strano sentire il giro che fu del flauto di Pierpaolo Sicuro (che a sua volta lo aveva ereditato da Quintino, suo padre, militante dello storico e seminale gruppo Radici) eseguito dalla chitarra di Marti.
Il canto di Irene Toma con gli anni ha sicuramente acquistato in scioltezza e bellezza, probabilmente suona abbastanza moderno a chi ama la vocalità di "Mavi" Antonazzo, storica voce nella versione degli Alla Bua in studio.
Subito dopo c'è un brano che ricorda in molti aspetti la celeberrima "Canzone del ciuccio", brano inciso da Otello Profazio per la prima volta nel 1954. La versione degli Alla Bua, pur non sfuggendo a quello spirito festoso tipico del gruppo, sa mantenere il raccoglimento che si deve ad un brano che piange la morte di un animale che rappresenta il grande sostentamento del contadino.
Curioso è trovarsi, ne "Lu rusciu de lu mare", davanti al tentativo degli Alla Bua di eseguire una parte con ritmica mediterranea, evoluzione, diremmo quasi riscrittura, della parte iniziale dell'incisione che si trovava nel cd "Alla Bua" (quella di "Stella lucente", dopo un breve brano virtuosistico per chitarra classica, andava direttamente a pizzica).
Torna anche "Quant'ave", che, come sempre, viene cantata dal secondo tamburellista del gruppo, l'ormai storico e carismatico Fiore Maggiulli.
Il canto è fortemente maturato, è molto intonato, pur non sfuggendo al grande clima di festa che è forse l'identità più schietta del gruppo.
Bellissima anche "Lu scarparu", che questa volta ha la sua più grande sorpresa, per chi non l'avesse mai sentita live, negli assoli degli strumenti prima dei ritornelli.
Dal punto di vista testuale è sicuramente una sorpresa (per l'avvicinamento a quella che è diventata la versione convenzionale) "Santu Paulu", brano che in "Stella lucente" alternava strofe di tematica varia a quelle sul tarantismo.
Il momento più emozionante però è senza dubbio "Santu Lazzaru", canto pasquale che gli Alla Bua eseguono in contesto informale, dimostrando grandissime capacità di adattamento a tutti i contesti.
Per chi volesse avere maggiori informazioni sul cd il consiglio è di andare su www.allabua.com.