La luna

Il nostro disco nasce da un bisogno, quel bisogno antico di tramandare imparato dagli anziani cantori, da noi considerati veri e propri maestri. “Incidere” i valori, insiti nella tradizione musicale della nostra terra, significa riaprire i tesori nascosti dentro gli scrigni della memoria, per consegnarli alla nuove generazioni nel tentativo, forse pretenzioso, di aiutare la costruzione della loro identità. Siamo convinti che la musica popolare che ritorna, al di là di confusioni e ambiguità legate alle definizioni di genere, sia ancora capace di incarnare i valori di tutti. Abbiamo riproposto un repertorio per lo più conosciuto, rintracciando nei brani la loro originalità e pur mantenendo il “graffio ruspante” della toscanità abbiamo cercato di non abbandonarci ad esso poiché certi indugi accattivanti possono alterare la vera autentica semplicità di quel mondo contadino che il disco racconta. Le nuove composizioni si pongono nel solco arato delle radici. Gli arrangiamenti rincorrono una freschezza ascoltata e tentano di adattare ad un linguaggio musicale più moderno un repertorio fatto di canti antichi, rispettati nei testi e nelle melodie. È un disco fatto con amore, con l’intento di regalare atmosfere di leggerezza lontane da forzate ricerche intellettuali. E’ un disco che speriamo possa testimoniare, anche nella musica, il valore della semplicità.
Con queste parole gli stessi Setamoneta descrivono con maestria la loro ultima opera, che ripercorre, anche con la partecipazione di Riccardo Marasco, grande stornellatore e ricercatore fiorentino, alcune delle pagine più conosciute del folklore della Toscana.
Il primo brano è un valzerino che, dietro la gaiezza da vecchio liscio, nasconde la tragicità di molte storie popolari.
Nel passaggio in re, dopo aver continuato la storia principale, si fa un riferimento a Sacco e Vanzetti, due anarchici la cui triste storia e fine ha toccato molto le anime del popolo.
Notevole, andando a zig zag, è "Le tre sorelle", che il gruppo propone con un semplice e trascinante ritmo di saltarello. Nonostante ciò Silvio Trotta, anima artistica dei Setamoneta e già fondatore dei notevolissimi Musicanti Del Piccolo Borgo, si lascia andare a raffinatezze armoniche.
Curioso è anche il viaggio tra i vari stili di stornelli, che i Setamoneta ci fanno compiere con il "la" dato dalla bellissima voce di Riccardo Marasco.
Tra i brani non manca neanche il classico dei classici toscani, quella "Maremma" che lo stesso Marasco interpreta con trasporto in apertura dei suoi "Canti popolari toscani".
La versione dei Setamoneta è molto bella, anche se ad un primo ascolto potrebbe spiazzare la velocizzazione del ritmo.
Interessanti sono anche "La mamma di Rosina" e "Volta la carta". La prima è un brano che si ha la tendenza a conoscere in versioni di orchestre da ballo, ma che i Setamoneta ci fanno riscoprire nella sua anima popolare, con quel misto di festoso e tragico che è sottinteso a molto folklore centro-meridionale. La seconda è curiosa perché molti vi potrebbero ravvisare le radici popolari di una nota cdanzone di Fabrizio De Andrè.
Chi volesse conoscere meglio questo cd potrebbe passare su www.radicimusicrecords.it.