T'amai

"T'amai" è il titolo del primo disco da solista di Giancarlo Paglialunda, membro sia del Canzoniere Grecanico Salentino che della Salentorkestra.
In questo cd, pubblicato per l'Animamundi di Otranto nel 2011, coadiuvato da Rachele Andrioli alla voce, da Redi Asa al violoncello e da Rocco Nigro alla fisarmonica, rilegge alcuni brani della tradizione salentina, rispettando profondamente l'atavico che si sente chiaramente nelle melodie tradizionali, pur vestendole di arrangiamenti moderni.
L'album si apre con un omaggio a Pino "Zimba" e alla sua famiglia, con un valzerino che l'aradeino forse per pudore eseguiva meno dal titolo "Quandu lu Zimba face lu pane". Qui la tecnica di Paglialunga, pur non disdegnando forme di virtuosismo nelle terzine applicate al valzer,mantiene una semplicità di fondo.
Accompagnata da fisarmonica, violoncello e cupacupa arriva il brano che dà il titolo all'album, che viene ripreso da quel serbatoio preziosissimo che sono le registrazioni storiche di Ernesto De Martino e Diego Carpitella. Del brano viene leggerissimamente modificato il testo, ma l'allegria di tarantella c'è tutta.
Commovente è "Ce beddha figghia", che Paglialunga riprende dal film "Pizzicata" di Edoardo Winspeare, dove la coppia di voci è formata da Pino "Zimba" e da una giovane ma già grande Cinzia Marzo. La voce di Paglialunga traduce con coloriture più sanguigne l'amore dello spasimante, mentre Rachele porta tutta la sua dolcezza.
Particolare è "Puttana le pardisti", che il musicista di Nardò interpreta insieme ad un secondo tamburellista (Claudio Pusterla) e soprattutto con un grande amico, suo compagno in vari progetti dagli storici Dakkamè di "Nauna" all'attuale Salentorkestra, il cantante e polistrumentista Dario Muci. Il brano è atavico, anche per la lentezza del ritmo della pizzica.
Commovente è anche la "Rumba del carcerato", che rielabora degli stornelli che risentono dell'influenza diretta del noto canto "All'arenella" di provenienza romana. La struttura del ritmo, che permette facilmente svisature balcanico-mediterranee, permette a Rocco Nigro prima, soprattutto a Redi Asa poi, di dimostrare la loro bravura.
Bellissima anche "Ahi quante pene!", versione di un tipo di stornelli salentini abbastanza raro.
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