Dal 6 agosto sono in radio due cd molto particolari.
Partiamo con il presentare l'album d'esordio di un buonissimo gruppo emergente chiamato "Amanti Di Bacco".
Il cd, autoprodotto e distribuito rigorosamente solo dal gruppo, è una serie di undici tracce in cui si distilla una tradizione salentina che non ha paura di restare se stessa, anzi si direbbe che si inorgoglisce nel restare se stessa pur non rinunciando a quella dolcezza che lo stereotipo dilagante non considera propria della tradizione popolare.
In radio suonano le prime tracce del cd, tra cui spiccano classici come "La coppula"," o "Lu rusciu de lu mare" o chicche sconosciute ai non cultori come "La contadinella", brano per il quale il gruppo si avvale della collaborazione di Paolo Ricciardi, bella voce popolare siciliana , che sin dagli anni Settanta ha rapporti con la tradizione salentina, in quanto quarant'anni fa curò due dischi dedicati al Canzoniere otrantino.
Il brano, in realtà variante della ormai celebre "Carrozza", è un valzeruccio leggero e allegro, dove spicca l'impasto vocale insieme all'organetto e ai virtuosismi dei cucchiai.
Molto bella, per la sua leggerezza così rara, è la "Pizzica pizzica", un'ottima cutrofianese alla Ucci.
Il gruppo paga moltissimi debiti con la musica salentina degli anni Settanta, sia essa tradizionale o folk (interessanti le rese popolari dei brani di Petrachi o Paoli), cantanti del folk leccese.
Da notare, durante tutto il disco, le intrigantissime trame del mandolino di Matteo Resta, abilissimo suonatore di questo allegro e dimenticato strumento.
Il secondo disco è il nono della discografia degli Officina Zoè.
L'album, edito dalla Kurumuny, è il resoconto molto ben fatto, dei concerti indiani tenuti dal gruppo nello scorso febbraio.
Il disco si compone di nove tracce, di cui sei suonano in radio.
In rappresentanza del mondo compositivo degli Zoè troviamo "Don Pizzica" (Pisanello, Marzo, De Nicola); "Mamma sirena" (tradizionale / Marzo) e "Cu li suspiri" (tradizionale / Pisanello).
Di questa è interessante notare come la decurtazione di certe parti ne rafforzi la forte trance interna.
Fra le tradizionali trovo siano da segnalare, oltre alle storiche pizziche tarantate in la (strumentale) e in re ("Santu Paulu", cantata), due sorprese.
La prima è "Aremu rindineddha", che tiene compagnia al gruppo dall'arrivo di Silvia Gallone ormai circa cinque anni fa, e "Tre cose".
Sotto questo enigmatico titolo si nascondono, palesandosi però molto facilmente al primo ascolto del disco, i tipici stornelli alla Ucci, che gli Zoè interpretavano molto spesso ai tempi di "Zimba", ma che non avevano mai trovato spazio in disco.
La versione che se ne dà qui è allegra ma con un'allegria quasi pudica, leggera e festosa però come ormai poco capita di sentire.
Il cd è facilmente reperibile nei maggiori negozi di dischi e libri di musica popolare sia in giro per il Salento che online.
Per chi volesse ascoltarlo in streaming c'è poi il soundcloud di Sabino Martiradonna agente dello storico gruppo salentino.