"Tarabaralla"

Da oggi in radio un disco particolarmente prezioso, per approccio, materiali e qualità dei musicisti.
Il cd correda un libro di "canti e tradizioni toscane", del ricercatore e musicista Alessandro Giobbi, che rilegge con approccio vivo e rispettoso, ventisette tra canti, motti ed altri generi tradizionali toscani.
Si potrebbe dire che il filo rosso del disco è costituito dall'ottava rima, genere poetico a cui Giobbi affida il compito di introdurre ogni tema che viene trattato.
Come nella più pura tradizione dei poeti in ottava rima toscani, il cd si apre con un saluto al pubblico, in cui si spera che la voce non falli e che il cantore possa far fare agli astanti un gradevole percorso nel proprio mondo o meglio, in questo caso, in quello che si sceglie di evocare.
L'album non è né completamente giocoso, nemmeno retoricamente politico, estremi tra i quali si barcamenano fin troppe produzioni del sovraesposto, sempre più immeritatamente dato il basso livello di qualità media, Salento.
Il disco vuole riportare ad oggi la musica popolare toscana, senza andare a stravolgere qualcosa che non si sente proprio con la presunzione della contemporaneità, semmai con lo spirito di chi sente profondamente propria la tradizione, quindi la vuole raccontare con l'umiltà di chi la sa arricchire di spunti vari, soprattutto nell'uso di certe timbriche magari non propriamente popolari.
Si nota subito che è un disco fatto da chi non si sente un ricercatore con una verità filosofica acquisita, ma da chi si sente uno dei tanti traghettatori della musica popolare, incontratosi con lei nel suo naturale girovagare di bocca in bocca.
Ci sono tanti canti che riecheggiano altri canti che già suonano in radio, si pensi a "Maria la stava in casa" che ricorda fortemente "Bovi bovi" che noi sentiamo dai Sonidumbra.
Il disco, con molta semplicità e leggerezza è un'antologia, divisa in temi ben sviluppati e messi a fuoco, del folklore toscano, che si vuole portare alla luce in tutta la sua completezza, senza fare muri tra il suo ieri, che si fa affondare fin nel Rinascimento, e il suo passato più recente, che arriva fino a Spadaro e Narciso Parigi, quest'ultimo tra i collaboratori del progetto.
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