Pizzica

La pizzica pizzica è una danza popolare, ora prevalentemente connotata con il Salento, ma precedentemente diffusa anche in Lucania.
Fino al XIX secolo veniva usata prevalentemente come danza ludica, in quel periodo la si inizia a collegare con il tarantismo, fenomeno culturale con il quale ci si voleva liberare delle imposizioni di una società ingiusta. Coloro che dicevano di essere morsi dalla tarantola (ragno identificato con varie specie scientificamente catalogate ma sempre ai limiti della leggenda) pativano di isteria e di altri mali mentali che portavano ad uno stato alterato di coscienza (per approfondire basta leggere "La terra del rimorso", pubblicata da Il saggiatore nel 1961 e scritta da Ernesto De Martino, storico delle religioni che, a capo di un'équipe multidisciplinare, compì degli studi molto approfonditi).
Si può dire che esistano tre tipi di pizzica: quella ludica, quella curativa e quella "a scherma". La prima era eseguita prevalentemente in contesti familiari, quindi risulta difficile dare credito a alla corrente, nata con il film "Pizzicata" di Edoardo Winspeare (1996), che spesso fa vedere delle scene, fra l'altro ambientate negli anni Quaranta, di ballo come forma di corteggiamento.
La pizzica tarantata è caratterizzata da una maggiore accelerazione ritmica, da un'ossessività più marcata e dalla presenza di un numero di strumenti che può anche arrivare a quattro (tamburello, chitarra, organetto e violino).
Il violino eseguiva melodie molto malinconiche, mentre il tamburello eseguiva terzine applicate a ritmi binari, agli altri due strumenti era affidato il ruolo di contraltari armonico-melodici.
La pizzica scherma, detta spessissimo erroneamente "danza delle spade" è una forma di duello simulato che veniva anche utilizzato (fino agli inizi del XX secolo) dai mafiosi per risolvere regolamenti di conti (illuminante a questo proposito è la testimonianza di Antonio Gramsci nelle sue "Lettere dal carcere"). Questo particolare tipo di pizzica si suona più lentamente, viene interpretato specialmente da tamburelli ed armoniche, si può ascoltare il 14 d'agosto nelle "ronde" (cerchi) che si creano spontaneamente a Torrepaduli (LE) il giorno che precede la Festa di S. Rocco.
Nell'alto Salento, specialmente a San Vito dei Normanni, è sopravvissuto un tipo particolare di tarantismo, detto "tarantismo d'acqua", studiato molto precisamente da Fernando Giannini nel suo "Tre violini inediti del tarantismo", dedicato ai brani eseguiti da "Mestu" Vincenzino Vita, che, come Luigi Stifani nella zona leccese (precisamente a Nardò) suonava, ad orecchio, chitarra, violino e mandolino.
Musicalmente ogni zona, e ogni comunità di suonatori, ha il proprio stile. Le pizziche dell'alto salento si caratterizzano per una maggiore ricchezza armonica (amano indugiare su accordi di sottotonica, su varie tonalità ed alternare momenti maggiori e minori).
Il tamburello può essere suonato in vari modi, la tecnica oggi più comune è quella di ruotare la mano per l'esecuzione della terzina, come faceva Pino "Zimba", tamburellista particolarmente noto per la sua presenza nella formazione storica degli Officina Zoè. Fino alla loro apparizione il tamburello era marginale, si preferiva dare importanza agli aspetti armonico melodici, relegando, praticamente, la pizzica ad un ruolo secondario.
Per approfondire le tematiche legate alla musica tradizionale salentina ed italiana in genere si può visitare il recentemente rinnovato sito www.pizzicata.it