Credenza popolare

"Credenza popolare" è il titolo del primo cd del gruppo marchigiano Lu trainanà.
Nel titolo si fa riferimento alla credenza come mobile in cui gli anziani ripongono molte delle loro cose più importanti, ma potrebbe anche essere interpretato come ricordo della serie di opinioni o superstizioni popolari che popolano le sue tracce.
I quindici brani che compongono il disco vengono tutti da un rigoroso contatto con gli anziani, che il gruppo ottiene nella maniera più leggera e naturale, senza filtri accademici, semplicemente con la frequentazione diretta delle feste popolari che sono fulcro di una tradizione che nella regione è ancora profondamente viva.
Il disco si apre con dei "Canti a batoccu", ossia con dei canti a cappella, dove spesso le voci amano eseguire degli onisuni o anche dividersi le strofe.
Gli strumenti musicali si iniziano a sentire con il primo saltarello del cd, il travolgente "Ripanella", che dimostra quanto la musica popolare marchigiana abbia un fondo di grande festa e non disdegni anche un leggero e pudico gusto dello scherzo.
Di questo comportamento ve ne sono svariati esempi, soprattutto a tempo di saltarello, primo fra tutti il brano dal titolo "Sardarellu".
Con un ritmo molto simile troviamo la versione marchigiana di un brano che era stato riportato alla luce dal Canzoniere Del Lazio in "Quanno nascesti tune" (1974) dal gruppo storico presentato come "Uno, evviva Giordano Bruno" e qui presentato come "Legera".
I due brani hanno come obiettivo quello di isnegnare a contare, ma se il marchigiano lo fa con strofe divertenti e perché no maliziose il laziale lo faceva con strofe che trattavano tematiche politiche.
Curioso, in una riproposta spesso così standardizzata, trovare gruppi che abbiano il coraggio di riportare alla luce anche la dimensione narrativa ed oserei dire anche letteraria dei brani popolari, ricordando che questi erano anche dei racconti e non solo musiche o non tanto musiche.
I due esempi lampanti di ciò sono "Crinello" e "Teresina 'nnammorata".
Il primo brano è un canto di quelli diffusi un po' dappertutto, ed è la storia di un cavaliere che si sposa ma viene scoperto dai parenti della moglie mentre la tocca in maniera poco lecita per l'epoca. Così viene ammazzato.
L'altro è "Teresina 'nnammorata" che riprende un altro "topos" molto diffuso in tutta Italia, quello del ragazzo che, non potendo incontrare la propria amata, si traveste da monacello e così bussa alla sua porta.
Il cd poi presenta esempi di repertori che forse per chi è di certe parti sono i più tipici e cari, mi riferisco ai "Tre maggi", fulgidi archetipi della variante marchigiana della tradizione di andare per le case ad annunciare la venuta del mese della rinascita della natura.
Ottimo è anche il canto natalizio "San Giuseppe", che racconta con dovizia di particolari la storia della nascita di Gesù bambino.
Per chi volesse approfondire la conoscienza di questo cd si rimanda al sito del gruppo www.lutrainana.wordpress.com