"M'aggjë scurdatë" è il titolo del primo cd degli Skaddia, interessante gruppo di impronta salentina, ma nel senso più largo del termine, inteso in senso geografico e non linguistico.
Non è difficile infatti imbattersi, nell'ascolto di questo cd, in brani nel dialetto della zona brindisina di ceppo napoletano (si pensi anche solo alla title track, brano dalla melodia tradizionale ma dal rivestimento contemporaneo). Il brano ricorda molto da vicino "La coppula", brano leccese reso celeberrimo da Bruno Petrachi, ripreso anche da cantori contadini come Uccio Bandello (ascoltate la registrazione presente nel cd allegato al libro "Uccio Bandello la voce della tradizione" delle Edizioni Kurumuny di Lecce). Il brano è una scherzosa dichiarazione d'amore, fatta a mo' di filstrocca, dove si chiede all'innamorata di ridare i propri vestiti (per poi finire con il cuore), che si sono scordati sotto il letto.
La seconda traccia è la "Pizzica di San Marzano" (TA), brano di tradizione arberesche cantato in dialetto salentino.
Molto belle le acrobazie del mandolino del grande virtuoso Mauro Semeraro di Ostuni (BR), che solo in parte ricalcano e variano il giro comune del brano, dando più spesso interessanti spunti in tono maggiore, che permettono di arricchire il già di per sé bellissimo giro di tonica e dominante in re minore, dove Maria Mazzotta, invitata, canta il testo.
Molto belle sono poi le due pizziche classiche "Pizzica di Ostuni" e "Pizzica ti Santu Vitu". Nella prima si assiste alla presenza del canto solo nelle parti in sol maggiore, mentre sui giri di do e di la minore si assiste ad una pizzica festosa ma dolce.
Non ascoltiamo il testo riportato alla luce da Massimiliano Morabito, ascoltiamo strofe che ci destano sorpresa.
Per quanto riguarda la "Pizzica ti Santu vitu" (di San Vito dei Normanni, BR) si esegue la versione in sol-mi (ossia con l'alternanza d i parti in sol-re ed altre in mi minore- si settima), partendo da quella raccolta da Fernando Giannini per il suo fondamentale "Tre violini inediti del tarantismo" (Ed. Kurumuny, LE, 2002). Una differenza fondamentale tra i due brani risiede nel ruolo del mandolino: decorativo nell'ostunese, guidata dalla fisarmonica, di leader nella sanvitese.
Chicca del repertorio di Villa Castelli (BR) è lo "Scozzje" (Skottish) ripreso dal repertorio dei Canto di Vilal Castelli, gruppo di cantatori tradizionali che spesso si muove insieme all'organettista romano ma brindisino d'adozione Mario Salvi.
Notevoli, infine, i tre strumentali del disco: "Polka a re minore", Quadriglia ti Santu Vitu" e "Tarantella neretina". I primi due sono brani in una convincente tonalità di re minore, l'ultimo è un'inusitata pizzica tarantata, dal repertorio di Luigi Stifani, musicoterapeuta del tarantismo, in tonalità di re maggiore. Il gruppo, infatti, riprende e rielabora una pizzica raccolta da Roberto Leydi nel 1966 dall'orchestrina storica del "barbiere-violinista" (E. De Martino, "La terra del rimorso") e digitalizzata per intero da Ruggero Inchingolo (allievo del maestro leccese) nel cd allegato al libro "Luigi Stifani e la pizzica tarantata" dal titolo "Le pizziche tarantate di Luigi Stifani".