"Fiore de tutti i fiori" è un album dei Musicanti Del Piccolo Borgo, edito in prima battuta nel 2001 e riedito dalla Folklub Etnosuoni nel 2004.
La prima caratteristica da cui si viene colpiti quando si vede la prima edizione è la presenza di due dischi: il primo vede la presenza delle riproposizioni del gruppo, nel secondo si possono ascoltare le versioni tradizionali degli stessi brani.
Noi ci occuperemo del primo cd, quello i cui brani vengono suonati dalla web radio legata a questo sito.
Il cd si apre con degli stornelli di stile romanesco, che però i Musicanti arricchiscono talmente di elementi meridionali fino a farli diventare qualcosa di altro, se non fosse per il dialetto utilizzato.
A rimpallarsi le strofe sono Stefano Tartaglia e Marica Spiezia, che cantano osservazioni particolari dell'amore e della vita tipiche del popolo.
A discapito della connotazione di stornello, il brano è profondamente dinamico dal punto di vista armonico, indugiando spesso in passaggi minori, che per tradizione non sarebbero molto comuni nei brani in maggiore.
Un altro gioiello che impreziosisce il cd è sicuramente la serie di tarantelle estratte dai cd di Giuseppe Michele Gala "L'arpa di Viggiano" e "Organetto e tarantelle in Lucania", entrambi editi dalla Taranta di Firenze nella sua collana Etnica, dedicata alle registrazioni sul campo e alla riproposta fedele.
Il brano, che i Musicanti intitolano "Tarantelle lucane" inizia con una personale rielaborazione per mandolino di Silvio Trotta di una tarantella che originariamente viene suonata con l'arpa di Viggiano. Il primo giro di tarantella viene eseguito solo dalla chitarra classica e dal mandolino, poi entra un basso acustico che dà corposità alle gravi prima che entri una battente molto ritmica.
La seconda tarantella viene introdotta dall'organetto, che entra dopo una brevissima pausa. Dopo il giro di organetto si inizia a sentire il canto di Marica Spiezia che canta strofe sul rituale e sul simbolismo del fazzoletto utilizzato anche nella tarantella lucana.
Ad un certo punto è il giro di organetto a fare da ponte per il salto di una terza che permette a Mauro Bassano di lasciare l'organetto e suonare la zampogna in sol e ad Alessandro Bruni di lasciare la chitarra e prendere il bufù (la cupacupa pugliese o il putipù campano). Il cambiamento di di tonalità permette a Franco Giusti di continuare a cantare e finire la tarantella cantata, per poi passare alla chiusa di ciaramella, che il gruppo accompagna ad organico completo come un'ultima esplosione finale.
Nel cd c'è anche una versione raccolta nel Lazio de "La povera Cecilia", uno di quei canti diffusi capillarmente su tutto il territorio nazionale. È la storia di Cecilia, ingannata da un capitano che per farla dormire con lui le promette che suo marito sarà salvato dal finire giustiziato, mentre alla mezzanotte lei riesce ad assistere dalla finestra alla fine tragica del suo consorte. I Musicanti non mostrano come lei reagisce a ciò, è una ballata molto leggera, dove la tragedia si diluisce.
Nel cd c'è anche "So' stato a lavorà a Montesicuro", brano che i Musicanti riprendono dal repertorio del Canzoniere Del Lazio seconda formazione, facendolo interpretare a Giorgio Castelli, abile musicista toscano che collabora con Silvio Trotta anche nel Trio Tresca. Particolare è l'affidamento della parte ritmica di questo valzerino alla chitarra battente, scelta che lascia alla chitarra calssica spazi importanti ma solo decorativi.
Il cd contiene anche una bella "Saltarella amatriciana", brano che, come il "Saltarello di Priverno" di "Canti e ritmi dell'Appennino", inizia con una lunga, seppur semplice, introduzione iniziata dalla mano di Trotta sul mandolino e continuata dal flauto dritto di Tartaglia.
Quando si passa dall'iniziale tonalità di sol al do, Marica Spiezia inizia a cantare degli stornelli di tematica varia, controcantati da Stefano Tartaglia nelle ripetizioni dei finali.
Ad un certo punto si ritorna alla tonalità di sol e Mauro Bassano prende la zampogna molisana ed inizia ad accompagnare Franco Giusti che canta stornelli dispettosi.
Alla fine, sempre con l'accompagnamento della zampogna torna l'organetto con il suo tipico giro di saltarello.
Una gran parte del brano è caratterizzata dalla presenza di una particolare tecnica tamburellistica, detta del "vattene vattene", presentata da Silvio Trotta.
Per chi volesse saperne di più di questo cd il consiglio è di andare su www.myspace.com/musicantidepiccoloborgo.